Le origini dello Scottish Fold lo fanno essere l’unico gatto al mondo per il quale sia possibile ricondurre tutti gli esemplari ad un antenato comune, identificato e riconosciuto come Susie.
Susie era una“micia di granaio” appartenente alla famiglia dei McRae, proprietari di una fattoria nella regione del Tayside, a Coupar Angus, in Scozia. Susie era un micia di colore bianco con le orecchie appena inclinate in avanti, secondo quella che viene chiamata“piega di primo livello”, la quale discendeva da un mamma sempre bianca ma con le orecchie dritte, il padre era invece sconosciuto.
Susie diede alla luce una cucciolata alla quale apparteneva Snooks, una cucciola bianca fold, che fu ceduta in seguito dalla famiglia McRae ai coniugi Mary e William Ross, pastori Scozzesi ed allevatori di British Shorthair, i quali avevano notato la micia bianca dei vicini e le sue particolarissime orecchie.
Mary e William decisero di provare a far accoppiare Snooks con un British Shorthair ottenendo così un maschio di colore bianco e fold, di nome Snowball, che a sua volta diede alla luce cinque cuccioli, tutti con le caratteristiche orecchie piegate, dando così origine alla nuova dinastia dei fold, registrata dai coniugi Ross nel 1966 presso il Governing Council of the Cat Fancy Britannico con il nome di Scottish Fold.
Nel 1971 però il consiglio direttivo del GCCF decise di sospendere la registrazione di altri nuovi esemplari a causa di alcuni problemi di salute riscontrati nella nuova razza ed attribuiti alla mutazione genetica.
Ma gli appassionati non si sono dati per vinti e negli anni successivi sono fortunatamente riusciti ad ottenere una razza sana, anzi robusta, sempre con le orecchie piegate, migliorandola grazie all’unione con dei British Shorthair, degli Exotic Shorthair e degli Shorthair Americani.
Il riconoscimento degli Scottish Fold in CFA del 1977
Tutto questo, dopo aver scoperto che il gene che trasmetteva la caratteristica delle orecchie piegate in questi particolarissimi mici era dominante, per cui era sufficiente che solo uno dei due genitori lo portasse. Il problema venne risolto appunto incrociandoli non più solo fra di loro ma con le sopracitate razze di felini, scongiurando così possibili malattie sia delle orecchie che delle ossa.
Negli anni a seguire dunque, anche secondo i consigli di due dottori, Jackson e Peltz (quest’ultimo consulente genetico degli allevatori di fold americani, che suggerì un programma estremamente attento per minimizzare e, potenzialmente, azzerare eventuali difetti), la selezione si avvalse sempre più di una tecnica denominata outcrossing, coinvolgendo diverse razze per incrementare il pool genetico.
Le lesioni ossee così scomparvero gradualmente mentre le code, inizialmente corte e piuttosto rigide, guadagnarono in flessibilità e si allungarono. Nel 1976 questa pratica venne interrotta con appunto l’unica eccezione di British Shorthair e American Shorthair, metodo tuttora valido e fondamentale per un corretto programma di selezione.
Così facendo nel maggio dell’anno 1977 lo Scottish Fold ottenne il riconoscimento provvisorio in CFA e l’anno successivo anche il diritto di accesso al campionato. Successivamente, nel 1993 fu riconosciuto anche lo Scottish Fold Longhair o Highland Fold, comparso più o meno contemporaneamente al “fratello” fold a pelo corto.
Si suppone che la micia Susie portasse il gene recessivo del pelo lungo, gene reso in seguito ancora più evidente tramite l’outcrossing con esemplari di persiano, incrementando ulteriormente in questo modo la diffusione degli Highland Fold, denominazione che viene identificata con nomi diversi in base alle varie associazioni sparse in tutto il mondo.
Fra queste le associazioni australiane riconoscono lo Scottish come razza a sé stante, mentre invece altre riconoscono Scottish Fold e Highland Fold come un’unica razza, è il caso ad esempio della FédérationInternationale Féline (FIFe).
Susie era una“micia di granaio” appartenente alla famiglia dei McRae, proprietari di una fattoria nella regione del Tayside, a Coupar Angus, in Scozia. Susie era un micia di colore bianco con le orecchie appena inclinate in avanti, secondo quella che viene chiamata“piega di primo livello”, la quale discendeva da un mamma sempre bianca ma con le orecchie dritte, il padre era invece sconosciuto.
Susie diede alla luce una cucciolata alla quale apparteneva Snooks, una cucciola bianca fold, che fu ceduta in seguito dalla famiglia McRae ai coniugi Mary e William Ross, pastori Scozzesi ed allevatori di British Shorthair, i quali avevano notato la micia bianca dei vicini e le sue particolarissime orecchie.
Mary e William decisero di provare a far accoppiare Snooks con un British Shorthair ottenendo così un maschio di colore bianco e fold, di nome Snowball, che a sua volta diede alla luce cinque cuccioli, tutti con le caratteristiche orecchie piegate, dando così origine alla nuova dinastia dei fold, registrata dai coniugi Ross nel 1966 presso il Governing Council of the Cat Fancy Britannico con il nome di Scottish Fold.
Nel 1971 però il consiglio direttivo del GCCF decise di sospendere la registrazione di altri nuovi esemplari a causa di alcuni problemi di salute riscontrati nella nuova razza ed attribuiti alla mutazione genetica.
Ma gli appassionati non si sono dati per vinti e negli anni successivi sono fortunatamente riusciti ad ottenere una razza sana, anzi robusta, sempre con le orecchie piegate, migliorandola grazie all’unione con dei British Shorthair, degli Exotic Shorthair e degli Shorthair Americani.
Il riconoscimento degli Scottish Fold in CFA del 1977
Tutto questo, dopo aver scoperto che il gene che trasmetteva la caratteristica delle orecchie piegate in questi particolarissimi mici era dominante, per cui era sufficiente che solo uno dei due genitori lo portasse. Il problema venne risolto appunto incrociandoli non più solo fra di loro ma con le sopracitate razze di felini, scongiurando così possibili malattie sia delle orecchie che delle ossa.
Negli anni a seguire dunque, anche secondo i consigli di due dottori, Jackson e Peltz (quest’ultimo consulente genetico degli allevatori di fold americani, che suggerì un programma estremamente attento per minimizzare e, potenzialmente, azzerare eventuali difetti), la selezione si avvalse sempre più di una tecnica denominata outcrossing, coinvolgendo diverse razze per incrementare il pool genetico.
Le lesioni ossee così scomparvero gradualmente mentre le code, inizialmente corte e piuttosto rigide, guadagnarono in flessibilità e si allungarono. Nel 1976 questa pratica venne interrotta con appunto l’unica eccezione di British Shorthair e American Shorthair, metodo tuttora valido e fondamentale per un corretto programma di selezione.
Così facendo nel maggio dell’anno 1977 lo Scottish Fold ottenne il riconoscimento provvisorio in CFA e l’anno successivo anche il diritto di accesso al campionato. Successivamente, nel 1993 fu riconosciuto anche lo Scottish Fold Longhair o Highland Fold, comparso più o meno contemporaneamente al “fratello” fold a pelo corto.
Si suppone che la micia Susie portasse il gene recessivo del pelo lungo, gene reso in seguito ancora più evidente tramite l’outcrossing con esemplari di persiano, incrementando ulteriormente in questo modo la diffusione degli Highland Fold, denominazione che viene identificata con nomi diversi in base alle varie associazioni sparse in tutto il mondo.
Fra queste le associazioni australiane riconoscono lo Scottish come razza a sé stante, mentre invece altre riconoscono Scottish Fold e Highland Fold come un’unica razza, è il caso ad esempio della FédérationInternationale Féline (FIFe).